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Raramente avvenimenti accaduti nella sfera del dibattito pubblico mi hanno sconvolto tanto quanto quello che sta succedendo in questi giorni intorno alla vicenda di Eluana Englaro. I protagonisti di questi ultimi giorni sono senza dubbio il Vaticano e il Governo.

Il Vaticano si trova in una fase di tale delegittimazione internazionale che risulta quasi grottesca l’aura di potenza che, in Italia, lo circonda. Alla guida dello stato cattolico c’è una classe dirigente incompetente, maldestra e pericolosamente superficiale. Prima lo scandalo dei preti pedofili e la sua disastrosa gestione, ora la vicenda dei lefevriani negazionisti: sono solo due esempi del crollo di credibilità del Vaticano agli occhi del mondo, a cui si accompagna una perdita di autorità che prosegue da anni. Sui grandi temi mondiali l’influenza del Papa (non solo di questo ultimo) è praticamente nulla.

Solo in Italia pare che il papato conservi una certa influenza sulla classe dirigente italiana, ma è davvero così? E in ogni caso, che misera autorità morale è mai quella che, storicamente sconfitta su aspetti cruciali (guerre, consumismo, aborto, divorzio, etc.) tenta di prendersi una rivincita ideologica su una vicenda così straziante come quella di Eluana Englaro, dimostrando di non possedere la benché minima pietà per il dramma di un padre, sfruttando cinicamente una storia drammatica per conseguire un successo ideologico?

Qui entra in gioco il secondo attore, Berlusconi e il suo governo. Possibile che in Vaticano siano così stupidi e sprovveduti da non vedere che la Chiesa stessa è, in questa vicenda, strumentalizzata dal governo? Credono forse, Ratzinger e Bertone, che Berlusconi si stia muovendo in questo modo mosso dal desiderio di far trionfare ideologia e valori cattolici? Non si accorgono del macabro opportunismo di un leader politico che sfrutta questa vicenda per porre sul tappeto ciò che realmente gli interessa? Non il testamento biologico, non la ‘salvaguardia della vita’, non i valori cattolici, ma il ben più determinante potere di veto del Presidente della Repubblica che, nella visione berlusconiana della politica, costituisce un insopportabile ostacolo all’azione del potere esecutivo. Non si accorgono, Bertone e il Papa, che Berlusconi sarebbe disposto a sacrificare qualsiasi cosa, anche il Vaticano, pur di annichilire gli organi di controllo che costituiscono un argine al suo potere assoluto, pur di abbattare i vincoli costituzionali che ancora riescono a limitarlo?

Ma al di là di tutto questo, restano i gesti, le parole, le oscene dichiarazioni che mi hanno nauseato. Gli insulti al padre di Eluana Englaro (Berlusconi: “Sembra quasi che ci si voglia liberare di un fastidio”; cardinale Barragan: “è un omicidio, vogliono far morire quella povera ragazza di fame e di sete, esporla a una agonia lunga e crudele”), la necrofilia (Berlusconi: “Eluana potrebbe generare dei figli”), la disgustosa ipocrisia di un parlamento che in oltre due anni non è stato capace di legiferare e che ora, nel mezzo del protocollo avviato a Udine, si mobilita “in nome della vita” (dopo aver votato una legge che, di fatto, nega l’assistenza sanitaria agli immigrati irregolari). E ancora, fondamentalisti cattolici che urlano all’ambulanza che la trasporta a Udine “Eluana svegliati, ti vogliono ammazzare”, giornalisti televisivi che cannibalizzano il dolore privato di una famiglia con la minuziosa descrizione della “morte per fame e per sete, non sappiamo con quali atroci sofferenze”.

Non ho mai personalmente assistito a nulla di così cinico e disumano. E devo ammettere di provare vergogna per questo paese sempre più mostruoso e senza cuore.

Il Papa: “Gioia per il clima politico”
[…] Benedetto XVI ha […] espresso «una particolare gioia» per i segnali di «un clima nuovo, più fiducioso e costruttivo» tra le forze politiche italiane, e le istituzioni, «in virtù di una percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della Nazione». Il Pontefice ne ha parlato intervenendo all’Assemblea della Conferenza episcopale italiana, in corso in Vaticano. «Ciò che conforta – ha aggiunto – è che tale percezione sembra allargarsi al sentire popolare, al territorio e alle categorie sociali.
(dal Corriere della Sera online, 29 maggio)

Intanto, negli stessi giorni…

Apprendo con un certo sconcerto che le suore cattoliche, a differenza dei preti, non percepiscono alcuno stipendio dalla Santa Sede. Ora io mi chiedo: se il Vaticano si permette di mettere il becco nelle nostre leggi, perchè non cominciamo a fare altrettanto? Perchè non promuovere una petizione per l’abolizione della schiavitù femminile nello Stato del Vaticano? Dove si nascondono i difensori delle libertà occidentali quando c’è da portare un po’ di diritti e civiltà non in qualche paese del medio oriente, ma sull’altra sponda del Tevere?

Nel giorno del Papa Day,  mi autotolgo la parola e la dò a Barbara Spinelli, che sulla Stampa di oggi ha scritto questo articolo:

L’imprudenza politica della Chiesa. 

È probabile che Camillo Ruini, che per molti anni ha presieduto la Conferenza episcopale italiana e ancora influenza la Chiesa nella sua qualità di vicario di Roma, gioirà di quello che oggi potrebbe accadere nella capitale: una moltitudine di cittadini romani e italiani, da lui incitata e inebriata, accorrerà sicuramente all’Angelus, in piazza San Pietro, per ascoltare il Papa e denunciare la persecuzione di cui sarebbe stato vittima. Persecuzione che lo avrebbe indotto a non pronunciare più nell’aula universitaria la prolusione che gli era stata – senza seria preparazione – affidata. Il brutto episodio finirà col trasformarsi in una giornata gloriosa per la Chiesa, questo il giudizio cui sembra esser giunto il cardinale, e il male ancora una volta si muterà provvidenzialmente in bene. Lui stesso s’è espresso in questo modo, venerdì alla televisione, ripetendo quanto già detto il 4 novembre a Aldo Cazzullo sul Corriere. La Chiesa (tali furono le sue parole) è attaccata quando vince: «Constato che quando l’impegno non è coronato da successo, quando la Chiesa “perde”, tutto fila liscio».

Il rifiuto che numerosi scienziati e un gruppo di studenti hanno opposto al Pontefice, la ritirata strategica del Santo Padre: tutto questo non è, per una parte della gerarchia, un episodio increscioso, o come ha detto sull’Avvenire Souad Sbai, in nome dell’Islam italiano anti-integralista, un «giorno di tristezza».

Forse non è del tutto increscioso neppure per il Papa. Al giornalista Rai che l’interrogava, Ruini ha detto: «I rapporti tra Stato italiano e Chiesa possono migliorare, grazie a episodi come questo».

E ha sorriso sibillino, come si rallegrano quei militanti apocalittici che provocano tenebre e caos pensando che solo a queste condizioni rinasca la luce, che incitano a sfasciare (nel linguaggio brigatista si diceva «disarticolare») per generare palingenesi prerivoluzionarie. La sovversione ha in genere queste proprietà, avverse al filar liscio dei rapporti. Non a caso il sorriso di Ruini si accentua sino a tingersi di scherno, quando respinge l’accusa d’ingerenza nell’agenda politica e chiede – provocatoriamente, accendendo sorrisi complici nel giornalista – se ci sia oggi «qualcuno in Italia, capace di dettare agende politiche». Esiste insomma un modo di raccontare l’episodio della Sapienza, che deforma ogni cosa. Si falsifica quel che accade, si comprime il tempo che viviamo schiacciandolo tutto sul presente e togliendogli ogni profondità. Ci si racconta la storia di una Chiesa perseguitata, prendendo in prestito il linguaggio dell’esperienza ebraica; si denuncia e si irride la stasi della politica. In questo Ruini ha comportamenti sovversivi che singolarmente lo apparentano alla figura di Berlusconi.

Ma è un sovversivo che miete successi, e sono questi ultimi che conviene analizzare. Non è un successo religioso, perché l’indebolirsi delle fedi non si argina riempiendo piazze. Non è neppure in questione la libertà della religione cattolica, perché in Italia essa è garantita e ha un’estensione enorme. Nessuno l’ostacola, tanto meno la censura: se la fede è debole, quando è debole, lo è per cause spirituali o pastorali e non per cause esterne, di potere politico. Solo in Italia questa realtà è obnubilata. È sottratta allo sguardo dei cittadini anche dai commentatori che dovrebbero sapere e che sanno, senza però sentirsi in dovere di aiutare i fedeli a emettere giudizi adulti perché informati. Leggi il seguito di questo post »

L’Italia è diventata un posto inospitale per il successore di Pietro. Dopo i drammatici eventi della Sapienza, la Santa Sede sta già mettendo a punto i preparativi per la fuga di Benedetto XVI. Il Santo Padre, infatti, vive ormai braccato dalle squadracce universitarie rosse. Le ronde gay pattugliano le strade di Roma e, appena avvistano un tonaca, scatenano furibonde cacce all’uomo. Le volontarie del gruppo abortista hanno occupato ospedali, consultori e cliniche obbligando povere madri cattoliche a sottoporsi a odiosi test prenatale. Secondo alcune fonti, molte donne sarebbero state addirittura costrette a partorire con l’epidurale.

Monsignor Bertone, in un drammatico comunicato trasmesso attraverso le onde in bassa frequenza di Radio Maria, ha lanciato un disperato appello ai giusti e a gli uomini di buona volontà per fermare questa furia di cieco laicismo. Lui, insieme alle massime gerarchie ecclesiastiche, è rifugiato in un luogo segreto: ma per quanto ancora potranno resistere? La polizia politica dei Radicali, attraverso una capillare opera di intelligence, sta rapidamente arrivando a scoprire il nascondiglio, dove si troverebbe anche il Santo Padre: il Generale Pannella è ormai convinto di essere a un passo dall’obiettivo.

La brigata “Grillini”  – che riunisce i collettivi delle coppie di fatto – sta bloccando tutte le principali vie di comunicazione attorno alla Città del Vaticano. Coadiuvati dalle coppie che non hanno potuto avere figli a causa alla legge 40, hanno intenzione di  stringere d’assedio il piccolo stato fino alla resa incondizionata del Papa. Le scorte di ostie si stanno rapidamente esaurendo, mentre il vino dell’eucarestia se l’è scolato tutto Gianni Budget Bozzo.

Il Cardinal Ruini, in un estremo tentativo di resistenza, ha incaricato Giuliano Ferrara di mettere a punto la strategia difensiva contando sulla sua proverbiale intelligenza: l’alto prelato si è accorto proprio nel momento peggiore che l’ingombrante giornalista è stato sempre molto sopravvalutato.

Tutto sembra quindi perduto. Come un gregge che si ribella al proprio pastore, gli italiani si agitano come pecore perdute allontandosi dal sentiero diritto della Fede.

Quanto durerà la notte?

“Filiale e totale vicinanza al proprio vescovo, il Papa” è stata espressa dal cardinale Camillo Ruini a nome della diocesi di Roma “in questa circostanza, che colpisce tanto dolorosamente tutta la nostra città”. Ruini invita “tutti i fedeli ma anche tutti i romani a manifestare questi sentimenti” partecipando domenica prossima in Piazza San Pietro alla recita dell’Angelus. (da repubblica.it, 16/01/08 h.  10.54)

“Anche per dimostrare il loro affetto al Presidente Berlusconi, più di 5000 Azzurri saliranno sabato prossimo 2 dicembre sugli oltre 100 pullman organizzati dal Coordinamento regionale di Forza Italia dell’Emilia Romagna per partecipare, a Roma, alla manifestazione contro la finanziaria del Governo Prodi.  […] Sono tantissimi i cittadini che in queste ore hanno chiamato per avere informazioni sul leader della Casa delle Libertà e per inviargli gli auguri”. (Forza Italia E-R News,  n. 122, 28/11/2006, due giorni dopo il malore che ha colto Berlusconi a Montecatini)

Poi, tutti a Ceppaloni per stringerci attorno ai Mastella.

La Santa Sede ha annullato la visita del Papa alla Sapienza di Roma. E’ bufera nel mondo politico e vaticano: “si vuole zittire la voce al Papa!”.

D’altra parte è evidente a tutti che il Santo Padre non ha diritto di parola in questo paese.

Un Papa che, tuttavia, ha travisato uno degli insegnamenti fondamentali di Cristo: quest’ultimo era una vittima, Ratzinger la fa.

Uno scapolone d’oro senza figli che va in giro praticamente in gonna, oggi ha pronunciato la seguente frase: “La famiglia naturale, quale intima comunione di vita e d’amore, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, costituisce il luogo primario dell’umanizzazione della persona e della società, la culla della vita e dell’amore”.

Non avendo egli avuto il piacere di sposarsi nè di procreare, verrebbe da pensare che lui stesso ritenga la sua persona “non umanizzata“.

Poverino, chissà quanto soffre…

Dopo l’appello per la fecondazione della Binetti, saremo costretti a trovare una donna al Papa?

Dopo il successo conseguito dall’Italia all’Onu sulla pena di morte,  Giuliano Ferrara dalle colonne del Il Foglio ha lanciato la proposta di una moratoria universale dell’aborto, subito accolta con entusiasmo dai teocon nostrani e dal terrificante cardinal Ruini. Da queste colonne Globali rilancia, proponendo la moratoria universale dell’ovulazione.

E’ sconcertante infatti dover constatare che, nell’indifferenza di istituzioni e governi, ogni mese miliardi di ovuli vengano distrutti per sempre, dispersi nel flusso mestruale. Quanti miliardi di vite si potrebbero salvare fermando questa assurda strage? Quante cellule uovo potrebbero far nascere nuovi bambini se solo si permettese loro di incontrarsi con un’entusiasta pattuglia di baldi spermatozoi?

Per questa ragione Globali ritiene che tutte le donne che hanno fatto voto di castità siano personalmente responsabili della morte di miliardi di potenziali esseri umani in quanto hanno volontariamente precluso ai loro preziosi ovociti la sacra unione con l’altra metà cromosomica. Perchè privare l’ovulo della speranza di una vita migliore? Perchè condannarlo a un crudele rafting ematico? Perchè togliere a migliaia e migliaia di ovuli l’immensa gioia di incontrare il proprio gamete del cuore e generare con lui una nuova vita? Perchè questo mensile sterminio?

Ci appelliamo in primo luogo alla senatrice Paola Binetti, strenuo difensore della vita, ma purtroppo (proprio lei!!!) tra coloro che, praticando una castità contro natura, sono responsabili di questo insensato massacro.

Senatrice Binetti, in nome dei valori della vita a lei tanto cari noi la supplichiamo: difenda la vita con i fatti e non solo a parole, si faccia fecondare!

Giusto l’altro giorno mi chiedevo che fine avesse fatto il nostro Papa Ratzinger, dato che non ne diceva una delle sue da tanto tempo. Questo blog gli deve molto, dato che ha sovente fornito spunti interessantissimi di riflessione e dibattito. Dopo una lunga pausa, eccolo finalmente tornato con una delle sue teorie-bomba: “L’ateismo dell’era moderna ha provocato le più grandi crudeltà e violazioni della giustizia“.

Direi che è difficile inquadrare la Santa Inquisizione all’interno di una tradizione laica e illuminista, nè è classificabile nella categoria “ateismo“. Roba da Medioevo!, dirà qualcuno. Beh, quella spagnola restò in vigore fino al 1834. In Sud America i conquistadores cattolici commisero qualcosa di molto simile a un genocidio (volontario, ma anche involontario, a causa di virus importati. Ovviarono alla carenza di manodopera inventando una nuova pratica che ebbe subito molto successo: la tratta degli schiavi di colore).

Senza contare che questa nuova enciclica papale (intitolata “Spe Salvi”) viene resa pubblica proprio nel giorno in cui esce il nuovo video di Osama Bin Laden, pure lui assente dalla scene da molto tempo. Anche Bin Laden non è un campione di laicità (sono pronto a scommettere, per esempio, che è contro i matrimoni gay) eppure non lo citerei come esempio di virtù: in quanto a crudeltà non è secondo a nessun ateo illuminista.

Ma Papa Benedetto XVI insiste: “Sappiamo che il progresso in mani sbagliate può diventare e sia diventato, di fatto, un progresso terribile nel male“. Questa volta sono d’accordo con il Sommo Pontefice. Però potrei dire la stessa cosa della religione e della fede. Ne sanno qualcosa quelli che durante il regime dei talebani non potevano nemmeno ascoltare la radio.

A questo punto qualcuno potrebbe obiettarmi: “ma tu ascrivi alla religione quello che va ascritto a un potere politico che usa la religione strumentalmente!”

Appunto.

Secondo l’Osservatore Romano, la sentenza della Cassazione sul “caso Eluana”, è frutto di un “relativismo dei valori“, che risulta “inaccettabile soprattutto se questi riguardano la conservazione o meno della vita”.

Si continua ad utilizzare il termine “relativismo” a sproposito. Quando qualcuno propone valori che alla Chiesa non vanno bene, loro parlano di “relativismo”. In questo caso, oltre a un po’ di umanità, si è affermato un principio: nel caso in cui sia stata provata la condizione irreversibile di stato vegetativo e sia noto il convincimento etico dell’interessato, si possono interrompere le cure.

La Chiesa ha tutto il diritto di criticare questa visione, ma non può parlare di “relativismo”. Questo principio è basato su valori alternativi a quelli della Chiesa Cattolica, ma sempre valori sono. E’ la Chiesa Cattolica, piuttosto, ad essere un po’ “relativista”: mentre i comuni mortali devono sottostare alle sue leggi, Giovanni Paolo II ha potuto avvalersi di “valori alternativi”…

“(…) Cardinale, ma nel caso di papa Karol Wojtyla, chi ha deciso di non portarlo al Policlinico Gemelli quel 30 marzo 2005 (Giovanni Paolo II è morto la sera del 2 aprile 2005, ndr)? «Lui. Chiese: “Se mi portate al Gemelli avete modo di guarirmi?”. La risposta fu no. Allora replicò: “Resto qui, mi affido a Dio”». E’ un rifiuto all’accanimento terapeutico? «Sì, nel senso di cure sproporzionate e inutili», dice Lozano Barragán. (…)” [Leggi tutto]

[Aggiornamento delle 15.20]: Su questo tema, ho appena letto un post di emabardo molto pertinente e che coglie un aspetto normalmente poco considerato.

Un monsignore, capoufficio di un importante dicastero pontificio, volto noto di una emittente cattolica, curatore di rubriche giornalistiche a carattere religioso, è attualmente sotto processo presso un tribunale del Vaticano per un reato che nelle moderne domocrazie non è più tale da moltissimo tempo. Il reato contestatogli è quello di essere gay. L’alto prelato ha ammesso la sua omosessualità durante una trasmissione televisiva. Il suo volto e la sua voce erano contraffatti, ma qualche attento funzionario vaticano ha riconosciuto gli arredi e alcuni dettagli architettonici dell’ufficio in cui era stata registrata l’intervista, risalendo al monsignore.

La cosa che mi ha colpito è che nell’intervista il monsignore parla con estrema naturalezza del fatto di essere gay, lamentandosi del fatto che lui (e molti altri come lui) siano costretti a tenere questa cosa nascosta per via della rigida e intransigente politica vaticana su questa materia. C’è probabilmente una chiesa che è su posizioni molto diverse da quelle assunte dalle gerarchie vaticane. Ci sono preti, parroci e suore che probabilmente non condividono affatto le posizioni reazionarie della Chiesa Cattolica e che attuano una silenziosa ribellione contro l’autorità vaticana.

Attenzione: qui si sta parlando di omosessualità, non di pedofilia. Esistono altri Stati in cui l’omosessualità è un crimine. Stati come l’Iran, l’Arabia Saudita, l’India che tutti noi, per questa ragione, condanniamo.

Perchè lo Stato del Vaticano può processare una persona per omosessualità nell’indifferenza di tutti, ma proprio di tutti?

Gesù Cristo, alla bella età di 33 anni, non era sposato e non aveva figli. Oltretutto era figlio di una fecondazione eterologa.

Coloro che oggi portano avanti l’attività pastorale e di evangelizzazione sono preti che non possono sposarsi nè avere figli.

Il sacramento del matrimonio è stato introdotto centinaia di anni dopo la morte di Cristo e la scrittura della Bibbia.

Ma allora, che cosa c’entra la famiglia con la Chiesa Cattolica?

A proposito dei valori (ir)rinunciabili del Vaticano… 

“Al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa, signora Lucia Hiriarte Pinochet, in occasione delle loro nozze d’oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine, con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale. Giovanni Paolo II
(Dalla dedica autografa dal Papa sulla foto inviata ai coniugi Pinochet nel 1993)

Nella stessa occasione, il segretario di Stato Cardinale Sodano riconosceva negli sposi Pinochet una “coppia cristiana esemplare” e rinnovava al generale “l’espressione della più alta e distinta considerazione“.

“Coppia esemplare”… speriamo che le coppie cattoliche non decidano di abbracciare gli stessi “valori irrinunciabili” di questa illustre famiglia naturale…

Anche oggi, Vaticano e Chiesa Cattolica hanno autorevolmente parlato ai sudditi raccolti in adorante attesa. I Dico sono pericolosi e chi li vota finisce all’Inferno, luogo di cui, secondo il Papa, si parla troppo poco. L’Inferno, ha scandito il Pontefice, esiste e le pene che vi si trovano durano per sempre. Mica c’è l’indulto, lì. E nemmeno una legge Pecorella qualsiasi che libera dal male.
Dopo aver ribadito che le streghe continuano a rappresentare una minaccia per la convivenza civile e che Satana si impossessa dei gatti neri, in una illuminante lectio magistralis degna della sua fama di teologo, Ratzinger ha inoltre ricordato a tutti che chi si fa le pugnette diventa cieco.
Imbarazzo dei presenti quando il Sommo Pontefice ha inforcato gli occhiali.

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