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Io non ho capito. Non sono riuscito a capire. Ho letto un po’ di giornali on line per trovare una spiegazione, ma non sono stati molto utili. Quello che ho capito (ma è talmente assurdo che non può essere vero) è che nel voto di stasera al Senato, la senatrice Binetti, teodem del Pd, ha votato contro la fiducia al governo (la fiducia!) perchè contraria a una norma “anti-omofobia” (??!??).

Da come i giornali hanno spiegato la cosa, arriverei a una conclusione sconcertante: devo cioè dedurre che la Binetti è “pro-omofobia“?

E poi: ma non ci avevano appena spiegato che i pericoli per il governo arrivavano dalla sinistra radicale irresponsabile? La Binetti vi sembra una responsabile? E poi: non ci avevano appena chiarito che sono i piccoli partitini a creare instabilità?  La Binetti non fa forse parte della maggiore forza dell’Unione, quella che dovrebbe assicurare governabilità e stabilità? La Binetti, con il suo cilicio, vi sembra una stabile?

Ricevo da un amico un intervento in relazione a un mio post di qualche giorno fa (Ratzinger is back). Mi sembra molto interessante perchè mostra come la Chiesa abbia anche un altro modo di parlare, un altro modo di concepire le relazioni tra Stato e religione, tra valori “civili” e valori “religiosi”. Per questo la propongo all’attenzione di tutti. Un’altra Chiesa è possibile?

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Caro Globali,

[…] l’enciclica papale pare aver fatto regredire di molti anni le aperture nate con il Concilio vaticano secondo[…]. Spero, e credo, però che la Chiesa non sia (solo) questo.
 
Mi sembra quindi utile diffondere l’intervento che monsignor Gianfranco Bottoni – già stretto collaboratore del card. Martini ed attuale responsabile dell’ufficio Ecumenismo e dialogo dell’arcidiocesi di Milano – ha tenuto in occasione della cerimonia del primo novembre al cimitero Maggiore di Milano al campo dove sono sepolti i partigiani.

“La tradizione cristiana celebra oggi, primo di novembre, la festa di tutti i santi e domani fa commemorazione di tutti i defunti. Due celebrazioni tra loro legate e quasi sovrapposte. Nella denominazione di entrambe compare una prospettiva universale: “tutti” i santi e “tutti” i defunti.

La festa odierna esprime infatti la convinzione che moltissimi sono i santi ignorati in terra, ma riconosciuti in cielo. Questi sono infinitamente di più di quelli canonizzati dalle istituzioni ecclesiastiche. È dunque particolarmente significativo in questa festa ricordare, anche in questo luogo, la molteplicità di santi nascosti, testimoni di una santità popolare, laica e anonima.

Anche il 2 novembre, commemorazione cristiana dei morti, riguarda tutti i fedeli defunti, senza precisarne i confini. Infatti  – come amava ripetere il Card. Martini –  non ci sono credenti da una parte e non credenti dall’altra. Il confine tra credere e non credere attraversa invece il cuore di ciascuno di noi. Tutti siamo credenti e non credenti e nessuno di noi può giudicare della fede né dei vivi né dei morti. Il cristiano dovrebbe solo essere testimone di una speranza universale, ovvero è chiamato a sperare per tutti.

Nel contesto di queste due date significative della tradizione cristiana, a convocarci qui oggi non è però un motivo religioso, bensì la memoria dei Caduti che ricordiamo in questo “Campo della Gloria”. Qui siamo convocati da una memoria laica e civile. Qui non ricordiamo i martiri di una fede religiosa, né compiamo un atto di culto per tutti i defunti. In questo luogo invece proclamiamo la gloria di chi ha rischiato e perduto la vita combattendo per valori di giustizia e libertà, di uguaglianza e democrazia.

Questi valori sono infatti principi sui quali si fonda il patto costituzionale che ha dato vita alla nostra Repubblica, nata dalla Resistenza partigiana e consacrata dal sangue dei Caduti nella guerra di Liberazione nazionale. Siamo qui pertanto per dare espressione civile e laica all’esigenza, che è di ogni società, di rifarsi ai propri fondamenti. Un’esigenza indispensabile per non perdere di vista l’unità nazionale e la coscienza democratica. Indispensabile per rinsaldare il proprio cammino nella storia alla ricerca della pace e del bene comune, in quella “casa di tutti”, che è e deve essere la “polis”, la “città dell’uomo” con le sue istituzioni temporali.
Leggi il seguito di questo post »

Giusto l’altro giorno mi chiedevo che fine avesse fatto il nostro Papa Ratzinger, dato che non ne diceva una delle sue da tanto tempo. Questo blog gli deve molto, dato che ha sovente fornito spunti interessantissimi di riflessione e dibattito. Dopo una lunga pausa, eccolo finalmente tornato con una delle sue teorie-bomba: “L’ateismo dell’era moderna ha provocato le più grandi crudeltà e violazioni della giustizia“.

Direi che è difficile inquadrare la Santa Inquisizione all’interno di una tradizione laica e illuminista, nè è classificabile nella categoria “ateismo“. Roba da Medioevo!, dirà qualcuno. Beh, quella spagnola restò in vigore fino al 1834. In Sud America i conquistadores cattolici commisero qualcosa di molto simile a un genocidio (volontario, ma anche involontario, a causa di virus importati. Ovviarono alla carenza di manodopera inventando una nuova pratica che ebbe subito molto successo: la tratta degli schiavi di colore).

Senza contare che questa nuova enciclica papale (intitolata “Spe Salvi”) viene resa pubblica proprio nel giorno in cui esce il nuovo video di Osama Bin Laden, pure lui assente dalla scene da molto tempo. Anche Bin Laden non è un campione di laicità (sono pronto a scommettere, per esempio, che è contro i matrimoni gay) eppure non lo citerei come esempio di virtù: in quanto a crudeltà non è secondo a nessun ateo illuminista.

Ma Papa Benedetto XVI insiste: “Sappiamo che il progresso in mani sbagliate può diventare e sia diventato, di fatto, un progresso terribile nel male“. Questa volta sono d’accordo con il Sommo Pontefice. Però potrei dire la stessa cosa della religione e della fede. Ne sanno qualcosa quelli che durante il regime dei talebani non potevano nemmeno ascoltare la radio.

A questo punto qualcuno potrebbe obiettarmi: “ma tu ascrivi alla religione quello che va ascritto a un potere politico che usa la religione strumentalmente!”

Appunto.

Non voglio fare quello che “ve l’avevo detto“, ma le ultime incredibili retromarce di Berlusconi in tema di Parito delle Libertà (per chi non lo sapesse: Forza Italia non si scioglie più, il nuovo partito è un contenitore in cui può entrare chi vuole mantenendo il proprio nome e la propria struttura) e di impianto istituzionale (il bipolarismo non è più da archiviare, il modello tedesco non gli piace più, ora preferisce lo spagnolo) mi fanno pensare a una cosa sola: nessuno lo stava seguendo, nè in Forza Italia nè tra gli alleati. Questa mossa serve a correre ai ripari sperando che qualcuno si lasci sedurre.

Peccato che solo qualche giorno fa alcuni giornalisti “ben informati” parlavano di campagna acquisti tra esponenti di An e Udc, che stavano facendo la coda per entrare nel nuovo partito del Cavaliere e ancora oggi insistono, sostenendo che addirittura esponenti della Margherita sarebbero in marcia verso il trionfale progetto del Berlusconi.

Dopo aver “previsto” che orde di senatori dell’Unione avrebbero votato contro la finanziaria e dopo aver “previsto” una migrazione di massa da An e Udc (ma sì, anche dalla Margherita, crepi l’avarizia!) verso l’ectoplasma chiamato Partito delle Libertà, a questi “beninformatori” che non sanno nulla, a questi nostradamus delle libertà non resta che correre dal “Dottore” a farsi raccontare la prossima profezia da diffondere ad arte…

La quale, azzardo, potrebbe essere (tra qualche settimana, da metà dicembre in poi), la seguente: “Ci sono molti parlamentari dell’Unione a cui non piace la legge Gentiloni sul riordino delle tv e minacciano di non votarla”.

Se ho ragione, La Stampa dovrebbe licenziare Minzolini e assumere Globali. 😉

Marco Ahmetovic, il rom condannato per aver investito e ucciso, ubriaco, 4 persone, è il testimonial di una linea di prodotti dal marchio “Linearom“. Ahmetovic ha anche un agente, Alessio Sundas, che dichiara: “Questa è la mia scommessa: fare di un assassino una star“.

La cosa è raccapricciante e ha ovviamente sollevato indignazione e proteste, oltre allo sdegno e alla rabbia dei parenti dei quattro ragazzi uccisi. Ma a farmi riflettere sono state le motivazioni con cui Sundas, il manager, si è giustificato. Lui si dichiara in pace con se stesso perchè – questa è la sua argomentazione – non ha partecipato a nessun crimine e non si sente minimanete responsabile di quello che il suo assistito ha fatto. Lui fa “solo il suo lavoro” di manager, per vendere prodotti che, evidentemente, qualcuno compra.

Ovviamente questa è una situazione estrema, quasi paradossale se non fosse drammaticamente reale. Però invito tutti a una riflessione. Le agenzie di pubblicità che fanno gli spot per i diamanti, sanno tutto quello che può esserci dietro l’estrazione, l’acquisto e il commercio mondiale delle preziose pietre? Se lo sanno, perchè continuano a fare gli spot? Forse anche per loro è “solo lavoro”… Ancora, le agenzie pubblicitarie che negli anni hanno lavorato con Nestlè, sanno che la stessa è stata ritenuta dall’Unicef una delle principali responsabili delle violazioni del Codice internazionale che regola la somministrazione di latte in polvere (“Ogni giorno 4.000 bambini nel sud del mondo potrebbero essere salvati dalla morte per malattie e denutrizione, se fossero allattati al seno e non con latte in polvere.”)?

Nel caso della Nestlè la responsabilità di quelli che “faccio solo il mio lavoro” è ancora più evidente: è proprio attraverso le strategie di marketing messe a punto da importanti agenzie internazionali che le violazioni sono state commesse, convincendo madri di paesi in via di sviluppo a utilizzare latte in polvere al posto del latte del proprio seno.

Intendiamoci: non voglio assolutamente sminuire il caso Ahmetovic, nè sostenere che il suo spregiudicato manager sia “figlio del suo tempo“. Tutto il contrario. Penso che oguno dovrebbe prendersi la responsabilità morale di quello che fa, anche nel proprio lavoro. Questo caso di cronaca così brutale e senza cuore forse può sollevare un velo anche su altre forme di opportunismo e cinismo con cui conviviamo ogni giorno. Senza che nemmeno ce ne accorgiamo.

Allarme dell’Onu sul surriscaldamento del pianeta: se i Paesi industrializzati non ridurranno le emissioni di gas serra entro il 2050 di almeno l’80% rispetto ai livelli del 1990, sarà la catastrofe. Sono proprio i paesi ricchi, secondo l’Onu, i principali responsabili di questa situazione.

Nel rapporto si legge che “se ogni povero sul pianeta generasse le stesse emissioni di un europeo medio, servirebbero quattro pianeti per far fronte all’inquinamento”.

Usa e Ue hanno immediatamente rassicurato la comunità internazionale: “E’ nostro fermo impegno, nonchè nostra precisa responsabilità, fare in modo che questo tragico scenario non si trasformi in realtà. Faremo quindi ogni sforzo per evitare che i poveri del pianeta raggiungano i nostri livelli di emissione”.

P.S.: Fonti del Pentagono fanno inoltre sapere che due dei tre pianeti necessari sarebbero comunque già stati localizzati.

Il Sindaco di Roma Veltroni ha sospeso dall’incarico Giovanni Catanzaro, capo dei vigili urbani della capitale, perchè sorpreso a parcheggiare in zona di rimozione forzata utilizzando un pass per disabili non suo.

Il 22 novembre 2007, invece, Giovanni Luperi è stato promosso capo del Dipartimento analisi dell’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna), ovvero l’ex Sisde. Chi è Luperi? Luperi, ex vicedirettore dell’Ucigos, è stato rinviato a giudizio non per una multa, ma per falso in atto pubblico, calunnia aggravata e abuso d’ufficio in relazione alla sanguinosa irruzione nelle scuola Diaz a Genova nel luglio 2001. Nello specifico, la vicenda in cui è implicato è quella delle famose molotov messe ad arte dalla polizia dentro la scuola in modo da poterle “ritrovare” e giustificare la “macelleria cilena“.

Non è che Enrico Micheli, sottosegretario con delega ai servizi, vuol prendere esempio da Veltroni?

Un omicidio su 4, in Italia, avviene tra le mura domestiche. In 7 casi su 10 la vittima è una donna. In 8 casi su 10 l’autore è un uomo. Se le identità in gioco non fossero di genere ma etniche, sarebbe già scattata la legge marziale.

Per richiamare l’attenzione di tutti sulla violenza contro le donne, domani (24/11/07) a Roma si terrà una manifestazione nazionale.

Ecco uno stralcio dell’appello delle promotrici:

La vita di molte ragazze e di molte donne continua a essere spezzata, le loro capacità intellettive e affettive brutalmente compromesse. Il femminicidio per ‘amore’ di padri, fidanzati o ex mariti è una vergogna senza fine che continua a passare come devianza di singoli. Il tema continua a essere trattato dai mezzi di informazione come cronaca pura, avallando la tesi che si tratti di qualcosa di ineluttabile, mentre stiamo assistendo impotenti ad un grave arretramento culturale, rafforzato da una mercificazione senza precedenti del corpo delle donne.  (leggi tutto l’appello)

Penso sia un tema che interroga tutti (soprattutto se in questo momento – mentre leggete questo post – state pensando che non si tratti di un argomento fondamentale per la nostra civiltà). Perchè è vero che un po’ di responsabilità ce l’hanno i mass media, la mercificazione del corpo femminile, la ventata iper oscurantista di Ratzinger e dei suoi seguaci in posizione di potere… E’ vero tutto questo, ma bisogna riconoscere che un determinato “clima” sociale si impone anche perchè molti di noi lasciano che si imponga: nel nostro quotidiano, nelle nostre scelte, nel nostro modo di interagire, agire, reagire, comunicare, nel nostro commentare e sottovalutare.

Libertà è… poter scegliere il nome.

libertà (da www.forza-italia.it)

Tutto il resto (Schifani, Dell’Utri, Mangano, prescrizioni, falsi in bilancio, …) è incluso nel pacchetto. Siamo alla parodia della democrazia.

Come dicevano i grandi pensatori liberali: la tua libertà finisce dove inizia quella di Berlusconi.

Oggi Repubblica ha pubblicato delle intercettazioni piuttosto sconvolgenti che svelano l’esistenza di un patto Rai-Mediaset. Dirigenti di primissimo piano di Rai e Mediaset che concordano i palinsesti; direttori di Tg teoricamente concorrenti che si mettono d’accordo su come dare le notizie, su come minimizzare la pesantissima sconfitta elettorale di Berlusconi del 2005; giornalisti simbolo della Rai che garantiscono conduzioni “amiche”.

Molti di quei dirigenti e di quei direttori sono ancora al loro posto e nulla lascia pensare che abbiano cambiato atteggiamento. E se in primavera si andasse a votare, sarebbero ancora loro a condurre il gioco. Hanno fatto bene quanti, nel centro sinistra, oggi hanno sottolineato l’urgenza di fare le benedette leggi sul sistema radiotelevisivo e sul conflitto di interessi.

Non è che la “benevolenza” di alcuni tg e trasmissioni Rai all’epoca del governo Berlusconi non si fosse notata, ma fa impressione vedere quanto il controllo sui mass media sia minuzioso, entri nel dettaglio. Si concordano inquadrature, si individuano i momenti opportuni in cui citare tizio o caio, a che ora dare o non dare alcuni dati. (E ci sono ancora quelli che sostengono che le televisioni non influenzano i comportamenti degli elettori…).

Ma non è finita. Scoppiato questo scandalo clamoroso che terremota la quasi totalità del sistema televisivo nazionale, stasera i due principali programmi di approfondimento politico italiani (Porta a Porta e Matrix) secondo voi che argomento avranno affrontato? Pensate che si siano sentiti in dovere di spiegare questa intricata vicenda al loro pubblico, facendo il loro lavoro di informatori? No. Entrambi hanno ritenuto particolarmente urgente approfondire un tema di importanza cruciale per le sorti del nostro paese: l’omicidio di Perugia di Meredith Kercher. (E anche quelli che pesano che l’invasione della cronaca nera sui nostri tg sia un fatto “innocente” potranno rivedere le loro posizioni).

Così sul mega schermo di Porta a Porta stasera campeggiava la scritta “LE BUGIE DI AMANDA”. Per le bugie di qualcun altro, presente in studio, aspettiamo il prossimo palinsesto.

A Cesano Boscone, nell’hinterland milanese, c’è un posto magnifico. Si chiama Casa dell’Acqua, e l’ho sperimentata di persona. E’ un piccolo edificio con un mini portico, dove chiunque può andare a prendere acqua minerale di ottima qualità gratis. Ci sono tre erogatori (acqua gassata fredda, acqua naturale temperatura ambiente, acqua naturale fredda) da cui attingere per riempire le proprie bottiglie. Su Youtube ho trovato anche un video: guardare per credere.

La Casa sorge all’interno di un nuovo parco pubblico ed è circondata da panchine e posteggi per le bici.

Da quando la Casa è stata inaugurata, il parco e la via sono piene di gente a tutte le ore del giorno (e fino a sera inoltrata). E’ diventato un luogo di incontro e di socialità. Nessun atto vandalico, nessuna scritta sui muri. La gente rispetta un luogo che è evidentemente percepito come “luogo di tutti”, “cosa pubblica”.

Con un’unica iniziativa si raggiungono così molti risultati: diritto all’acqua garantito per tutti, nuovi spazi di socialità, un territorio che torna ad essere pacificamente invaso dalla popolazione e, quindi, diventa anche un luogo sicuro: molto meglio che erigere muri o militarizzare le piazze.

Voto storico all’Onu: la terza commissione ha approvato la Risoluzione sulla moratoria della pena di morte voluta dall’Italia e attorno a cui l’Italia ha saputo costruire un largo e compatto consenso.

Dini e Bordon hanno comunque dichiarato che si riservano di considerare conclusa l’esperienza dell’Onu.

Camminando questa sera per Milano, nella zona delle università, ho visto un annuncio su un muro che così recitava: “Posto letto in zona, 320 Euro. Telefonare ….“.

Posto letto” non vuol dire un appartamento. Vuol dire una stanza? Nemmeno. Significa un letto in una camera, camera da condividere con una o più persone.

Considerazione: se esiste un limite legale al “costo del denaro“, ovvero al tasso di interesse che si può chiedere a fronte di un prestito, perchè non esiste un tetto anche per gli affitti, oltre il quale si configuri un reato penale? Idem per i prezzi delle case in vendita.

Se i meccanismi del mercato di domanda e offerta vengono temperati e limitati nel caso del bene “denaro”, perchè non è possibile farlo anche per il bene “casa”. Detto in altri termini: affittare un posto letto a 320 Euro, non è una forma di usura? Se la risposta è affermativa, allora perchè continua a rimanere una attività legale?

I timori espressi nel post di ieri si sono purtroppo puntualmente confermati:

«All’interno di un dialogo fraterno e cordiale – sottolinea il vicario generale – don Aldo, parroco di Ponzano, ha ribadito la sua obbedienza al vescovo e la piena disponibilitá a trovare una soluzione al problema». Il Vescovo di Treviso, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha infatti voluto incontrare don Aldo Danieli, parroco di Paderno, per avere chiarimenti sulla vicenda.  (dal Corriere della sera)

Sempre oggi, a Padova, ennesima provocazione della Lega Nord che, per difendere l’identità padana, ha fatto pascolare un maiale sul terreno destinato alla costruzione di una moschea.

Se l’identità padana si difende con un maiale, allora capisco come mai Roberto Calderoli sia un rappresentante del popolo del Nord…

In un paese vicino a Treviso, Paderno di Ponzano Veneto, c’è un parroco che ha deciso di mettere a disposizione tutti i venerdì la propria chiesa per permettere ai mussulmani di pregare (fonte). Si chiama Don Aldo Danieli e sta compiendo un atto di civiltà esemplare che testimonia come tra gli uomini di chiesa ci siano ancora persone di notevole livello.

Di livello un po’ più basso, invece, il Vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto, Luca Zaia, della Lega Nord. Lo Zaia ha chiesto al Vescovo di “chiarire la posizione del parroco“. Segue poi lunga dissertazione sui temi “reciprocità” (loro nei loro paesi non ci prestano mica le moschee) e sul tema dei “doveri” (dovrebbero essere gli immigrati a fare un passo verso di noi e non noi verso di loro).

A parte la visione ben poco cristiana dello Zaia, quello che stupisce è la totale mancanza di lungimiranza. Ma come si fa a non essere contenti del fatto che in una comunità, cattolici, mussulmani e protestanti (ci sono anche iniziative simili rivolte ai protestanti) vivono serenamente insieme, in pace e fratellanza, rispettandosi e imparando a conoscersi, senza paure e intolleranze, ma con civiltà, curiosità, apertura? Possibile che l’unico modello di società che gente come lo Zaia ha in mente sia un modello che prevede atti di sottomissione e di abiure da un lato e atti di dominio dall’altro? Una società in cui l’incontro tra culture è considerato, con spregio, “buonista”, dove non c’è incontro ma lotta per affermare la propria identità a dispetto dell’identità altrui? Possibile che non si capisca come può essere più piacevole, rilassante e arricchente il fatto che ognuno di noi sia messo nelle condizioni di esprimere se stesso e i proprio valori? Perchè quando qualcosa di simile, da utopia diventa realtà bisogna invocare “chiarimenti”, “giustificazioni”, “riallineamenti”?

L’unico timore che ho è che le gerarchie ecclesiastiche siano più vicine alla “sensbilità” dello Zaia piuttosto che a quella di Don Aldo e che possano “convincerlo” che non è il caso.

E così, la bella realtà di Paderno di Ponzano Veneto potrebbe tornare ad essere l’utopia di un parroco coraggioso e intelligente. A quel punto, chi ne potrebbe davvero gioire?

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